La democrazia partecipata è un modello di procedura politica che punta all’inclusione, alla collaborazione e a un rapporto trasparente fra istituzioni e società civile. L’idea è quella di attribuire alla cittadinanza una diretta responsabilità nell’esercizio (anche parziale) del potere pubblico nelle sue varie forme: assumere decisioni, fare proposte, gestire un bene pubblico, organizzare un servizio o monitorare e valutare l’attuazione di politiche pubbliche. La democrazia partecipata si basa sul principio di una relazione interattiva, collaborativa o anche costruttivamente conflittuale, fra soggetti pubblici e società civile al fine di migliorare il perseguimento dell’interesse generale.
In Sicilia la democrazia partecipata rappresenta un vero e proprio diritto dei cittadini che, in base ad apposita legge regionale, ogni anno devono poter scegliere in prima persona come spendere una piccola quota del bilancio della propria città.
Più in particolare, tale istituto è disciplinato dalla Legge Regionale n. 5/2014, art. 6 comma 1, che obbliga tutti i Comuni siciliani a spendere almeno il 2% dei fondi che ricevono ogni anno dalla Regione con forme di democrazia partecipata, quindi chiedendo a persone e associazioni di proporre progetti e poi scegliere quali finanziare. Se i Comuni non lo fanno, devono restituire i fondi che hanno a disposizione.
Ai fini di dare attuazione alla predetta legge regionale, questo ente ha approvato il “regolamento per l’istituzione e la disciplina della Commissione di Democrazia Partecipata”, giusta deliberazione del Consiglio Comunale n. 15 del 26.04.2015. Successivamente è stato, altresì, approvato l’ulteriore “regolamento per la destinazione di quota parte dei trasferimenti regionali di parte corrente con forme di democrazia partecipata con deliberazione consiliare n. 21 del 6.6.2018”ad oggi vigente.
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Pagina aggiornata il 09/07/2025