Descrizione
La Madrice di Vallelunga è stata fondata con un atto del 24 febbraio 1634 su istanza del termitano Pietro Marino, barone di Vallelunga, l’anno successivo alla concessione della licentia populandi (3 settembre 1633): è dedicata alla Madonna di Loreto, patrona di Vallelunga.
Inizialmente presentava un impianto e un aspetto tipico del barocco dell’epoca ed era decisamente più piccola. L’altare maggiore venne immediatamente provvisto di una pala d’altare rappresentante la virgo lauretana e ancora oggi custodita nella cappella dedicata a San Giuseppe. Nel corso dei secoli ha subito tanti rimaneggiamenti e ristrutturazioni e soprattutto con i grandi lavori di ristrutturazione iniziati nel 1824 durante il parrocato di Rosario Audino Ferranti e secondo le direttive dell’economo curato Vincenzo Criscuoli: in quell’occasione assunse l’attuale pianta a croce latina e – nel 1856 – venne completata con un nuovo prospetto di stile neogotico. Fra il 1928 e il 1934 venne rifatto il prospetto attuale e il nuovo rivestimento della cupola, inizialmente previso con copertura a scandole maiolicate. Sopra la porta maggiore vi è una statua marmorea della Madonna della seconda metà dell’Ottocento.
L’interno è a tre navate e presenta quattordici cappelle. L’altare maggiore custodisce il pregevole simulacro ligneo della Patrona commissionato fra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento: è tuttora oggetto di grande venerazione. La chiesa custodisce pregevoli opere d’arte. Al Settecento risalgono un Crocifisso in cartapesta di scuola messinese (1707), un San Giuseppe di scuola napoletana (1756), una tela della Madonna del Rosario attribuita al pittore Vincenzo Roggieri e un Tabernacolo ligneo di stile francescano ubicato nella cappella del SS Sacramento. All’Ottocento sono riferibili una tela dedicata alle Anime Purganti (1835) opera di Francesco Lo Forte, altro quadro di San Giovanni Battista (1856) opera di Giuseppe Carta e una Trinità opera di Pasquale Sarullo (1889). Maestosa e solenne è la cappella dedicata alla SS. Trinità del 1749 eretta dal barone di Vallelunga e duca di Pratameno Tommaso Maria Papè che ai suoi piedi è stato seppellito il 25 novembre 1793: si tratta di una profusione di intarsi marmorei e bassorilievi che rivestono l’intera superfice della cappella, opera attribuita al famoso scultore palermitano Giovanni Allegra. L’altare Maggiore è in marmi policromi scolpito dalla ditta Tomaselli nel 1898. Nel coro vi sono degli stalli moderni ma che ospitano quattordici medaglioni in legno scolpito e dipinto raffiguranti altrettanti episodi della vita della Vergine risalenti al 1753. Gli stucchi della decorazione interna sono stati eseguiti da Calogero Sesta di Serradifalco e la porta maggiore è stata realizzata dall’ebanista Mammano di Resuttano nel 1844.
La memoria liturgica della Madonna di Loreto si celebra il 10 dicembre ma una tradizione secolare ne propone la festa anche la quarta domenica di Settembre.